Grazie a quella frase che spesso ripeteva sua madre quando Shūichi era bambino, e che ora chissà perché gli era tornata d’un tratto alla mente, si era infine convinto che una buona infanzia significasse quello in sostanza: essere stati amati a tal punto e in tale benedetta abbondanza da potersi permettere un giorno la posizione inversa, quella di chi ama.»
📚 da «L’isola dei battiti del cuore» Edizioni Piemme
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