
Scrivendo “L’isola dei battiti dei cuore” ho scoperto come il suono si spezzi in tutte le lingue del mondo (ma in giapponese in molte di più), come nella cultura ainu la casa sia intesa come un organismo e dentro ci sia pertanto anche un cuore. Sono rimasta incantata scoprendo che in amore (davvero!) il cuore degli innamorati si allinea nel battito e come, purtroppo, il cuore si possa veramente spezzare, fisicamente, quando si soffre (una sindrome che porta un nome giapponese).
Ho letto più saggi che romanzi scrivendo questo libro, come sempre. Perché la meraviglia, per come la intendo, non è fuori ma è precisamente dentro il reale, solo che spesso non abbiamo tempo né occhi per vederla. Leggere – e scrivere – per me serve a questo.
E così ho scoperto che:
«Alcuni scienziati della University of California hanno scoperto che i cuori degli innamorati battono all’unisono, se solo si siedono l’uno di fronte all’altra e si guardano negli occhi.
Una più recente ricerca dell’Università dell’Illinois, coordinata da Brian Oglosky e pubblicata sul Journal of social and personal relationships ha confermato che la frequenza cardiaca tende ad adeguarsi a quella dell’innamorato, soprattutto nelle coppie di lungo corso. I risultati dell’indagine, basata su un campione di coppie di ultra sessantacinquenni – cui sono stati applicati sensori che hanno misurato la frequenza cardiaca e la distanza fisica dal compagno in vari momenti della giornata per un periodo di due settimane –, hanno dimostrato come si verifichi una evidente autoregolazione dei cuori. Essi si calibrano gli uni agli altri come in una danza.»
Da “L’Isola dei battiti del cuore” @edizionipiemme
Ricordo ancora la meraviglia provata quel giorno…♥️
