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Forse è per questo che, fin da bambina, ho sempre confuso il suo rito con la redazione di un diario personale. Mi pareva dovesse trascrivere “tutto” ciò che era accaduto, come per fermare il tempo. Tuttavia mi era chiara, in quelle ore ininterrotte di scrivania e sigarette, la necessità che mio padre sentiva di mettere a posto i giorni passati per fare posto ai giorni futuri.
Impugnava la penna stilografica e la stanza tutta era invasa dalle ombre. Nel buio più fitto, e oltre i corridoi di cui avevo così paura, rimaneva solo il tondo di luce proiettato sulla sua agenda. Mi fa talmente tanta impressione pensare che ora non esiste più nulla di quel tempo, di quelle persone. Io stessa, la bambina che ero, è scomparsa in chissà quale momento della storia.
Eppure, di questo guardare all’anno che finisce prima di tuffarmi nell’anno che viene, serbo memoria.
E di tutto quanto potrei dire di questo anno pieno zeppo di cose, molte delle quali ho condiviso pubblicamente con voi, resta dentro di me la solita parola: 𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦.
Grazie di avermi dato fiducia ancora una volta, di avermi letta così tanto, di avermi consigliata e “regalata”: non c’è recensione che io dia per scontata. Grazie anche, nell’interazione in questi spazi, del garbo e della delicatezza. Di avermi fatto compagnia e di aver riflettuto insieme, ogni giorno, su una cosa diversa. Questo spazio è per me un luogo di crescita interiore … e condivisa.
🎍 Grazie quindi di questo 2022.
本当にありがとうございました。🎍