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Mi pare ci sia più saggezza nel distribuire la gioia – soprattutto quando l’emozione è tale che rischiamo, per afferrarla, di diminuirla. Mi pare che dentro ognuno di noi ci siamo come sacchetti atti a contenere ogni sentimento (gioia, dolore, tristezza, sorpresa etc.), e che ognuno di essi abbia un limite di capacità. Così, se non allenati gradualmente ad ampliarsi o restringersi, arrivati al loro limite, non sono più in grado di accogliere nuove emozioni e, per fare spazio a quelle che infiliamo a forza, diminuiscano di tutte lo spazio e quindi l’intensità.
Per questo, esattamente per questo, a differenza di ogni altro Natale, ho deciso quest’anno di far aprire ai bambini un regalo al giorno (tranne il 25 che ha avuto bottino più ricco). Mi pare a oggi – considerati i giorni di vacanza – il gesto più saggio, così da distribuire la gioia in più tempo e non rischiare di creare una scala che umilia alcuni giocattoli o libri. Non è stata una forzatura: mi sono accorta che aprendo un pacchetto, erano proprio loro ad avere una gran voglia di sperimentarli immediatamente, completamente disinteressatial seguente. Era (ed è) esattamente nella dilatazione del momento, nell’uso diverso del tempo seguito allo scartare, il senso stesso del dono.
Così, senza che si crei un paragone nel “più bello”, “preferisco quello”, ogni giorno per loro ha un’emozione diversa. E se si è soddisfatti tanto da non sentire il bisogno dell’aggiunta di un nuovo gioco, i pacchetti restano sotto l’albero fino al giorno dopo, o a quello dopo ancora, rimanendo fino alla profondità della sera con un’unica scatola di Lego, con Pitagora Suicchi o rileggendo un solo albo che si è amato.
Un po’ come il mangiare troppo che, privato dell’appetito, diventa un ingozzarsi senza più saperne il gusto. Quanto più buono è invece tutto quanto mangiamo con fame.
E così Natale dura per giorni, e per giorni la gioia è grande.
🎉 E VOI? Quali DONI avete RICEVUTO? Quali avete DONATO? 🎋
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