Il modo peggiore per attraversare un momento di crisi è la chiusura, la rigidità e la forza. Il timore di perderci rallenta qualsiasi movimento di crescita. La vera crisi è dunque nell’assenza di fiducia, nella cecità verso l’impossibile di oggi, che sarà possibile domani. Spesso scegliamo proprio questo modo per combattere, quando invece leggerezza, tenerezza e umanità renderebbero tutto più facile e interessante. Il primo movimento che ci occorre è in realtà un non-movimento. Una sosta. Non avere fretta quando senti la crisi dentro. La fretta non permette alle ferite di guarire, anestetizza solo la parte dolente, nega il vissuto, ci priva del diritto alla convalescenza. Don Francesco Fiorillo