


In uno di quei giorni, in una fessura lasciata incustodita tra il pranzo e la cena, capì che ciò che però la gente ignorava, era quanto costasse in termini di felicità quella superficialità apparente: soffrire meno era vero che equivaleva a silenziare il dolore ma significava anche mettere fuori uso una parte di sé, la stessa che, fatalmente, coincideva con la capacità di gioire.
Si finiva per restare come davanti a una tavola imbandita, seduti con le mani raccolte sul grembo, elargendo sorrisi di cortesia mentre gli altri mangiavano di gusto, si passavano l’acqua; e l’unica azione che li occupava non era cercare di capire il modo di partecipare al banchetto bensì, al contrario, la maniera per non farlo. Si tentava piuttosto con disperazione di non farsi venire l’acquolina in bocca, di farsi passare la voglia di porgere la salsa, o il desiderio di esaudire la richiesta di qualcuno di versargli l’acqua.
Non c’era nulla da fare: se si rinunciava al dolore, veniva via pure la gioia.»
da «L’Isola dei battiti del cuore» @edizionipiemme
🌍 Con immensa gioia ecco che giunge la notizia del QUINDICESIMO paese in cui uscirà questo romanzo.
Continuano ad aggiungersi le acquisizioni estere e spero che «L’isola dei battiti del cuore» faccia un giro del mondo completo e poi ritorno~❤