
Non scordatevi mai più questo nome e la sua età: Mahak Hashemi, 16 anni. SE-DI-CI.
Era uscita dalla sua casa di Shiraz (sud dell’Iran) il 24 novembre con in testa un cappellino da baseball al posto del velo islamico, come faceva per protesta ogni mattina.
Non ha fatto più ritorno a casa.
Dopo 48 ore di silenzio assoluto, hanno chiamato suo padre e gli hanno dato appuntamento all’obitorio per riconoscere due cadaveri: uno era quello di sua figlia Mahak, uccisa a manganellate dalla polizia iraniana per avere indossato un cappello da baseball. Per essere libera di decidere chi essere e cosa mostrare.
Come Mahsa Amini, 22 anni.
Come Hadis Najafi, 20 anni.
Come decine, centinaia trucidate per il solo fatto di essere donne e non piegarsi a un regime di paranoica ferocia e agghiacciante efferatezza.
No, non dimenticatevi mai questo nome, Mahak Hashemi, 16 anni, ammazzata per la sola colpa di esistere.
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