


Il freddo cresce severo, irrigidisce i corpi e la gente indugia sempre meno per strada: allora dicembre è kukan 苦寒, ossia la fatica che il freddo intensifica e accompagna. È anche 春待月, «il mese che attende la primavera», e insieme 暮古月, «l’avvento del Capodanno», dicitura usata in contrapposizione a 暮新月, che invece intende proprio le celebrazioni di inaugurazione dell’anno.
I bonzi che si danno da fare evocati nell’antico nome di dicembre si dice che siano intenti ai preparativi di Capodanno e in particolare alle numerose cerimonie buddhiste che serve officiare per scavalcare il ciclo dei mesi. Dicembre è tuttavia anche 極月: il kanji di «mese» 月 è preceduto da 極 «estremo» , il mese che raggiunge l’estremità, l’ultimo prima del cambio di data. Due le interpretazioni per l’altro nome 臘月 , «il mese delle candele»: una ricorda che l’8 dicembre è il giorno in cui Buddha raggiunge il nirvana, l’altra rimanda all’origine cinese di 臘, carattere della congiunzione.
Dicembre, insomma, come limite che collega il nuovo anno al precedente.»
da «Tokyo tutto l’anno», @einaudieditore
🎍 BENVENUTO DICEMBRE!
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