

Don Francesco Fiorillo è il custode e il responsabile della Fraternità Monastero San Magno di Fondi (LT).
Nato a Terracina (LT) nel 1976.
Questo è quello che scrive del suo percorso di vita qualche tempo fa:
“Sono in viaggio da quarantacinque notti con lo stomaco in gola quando la tempesta è violenta e con le vele spiegate quando sento il Vento arrivare.Partorito all’alba, nel mese in cui le rose prendono il loro spazio e profumano l’aria, in una casa immediatamente semplice, straordinariamente presente. Inquieto, nuotatore controcorrente, amante della gente, cercatore di un Dio accampati fuori le mura. La musica, la terra da calpestare, la passione per tutto ciò che è umano, ha condotto la mia rotta verso la scelta di salpare e abbandonare le mie certezze, per fidarmi del Vento che soffia dove e quando vuole. Il mio sacerdozio a venticinque anni, mi ha scaraventato nel deserto, tra fiere ed angeli, e da sempre lì spezzo il pane con Gesù e gli scartati.
Pensavo di andare veloce, il Vento mi ha condotto lentamente a stare seduto ad ascoltare i punti interrogativi che passeggiano in questa parte di vita.”
Don Francesco vive e abita il Monastero. Un luogo di incontro per chiunque voglia sostare e prendere il largo.

MEDITAZIONE SULL’AVVENTO
DI DON TONINO BELLO
“Santa Maria, Vergine dell’attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consumate. Non ci mandare ad altri venditori. Riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro, quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia: l’arrivo di un amico lontano, il rosso di sera dopo un temporale, il crepitare del ceppo che d’inverno sorvegliava i rientri in casa, le campane a stormo nei giorni di festa, il sopraggiungere delle rondini in primavera, l’acre odore che si sprigionava dalla stretta dei frantoi, le cantilene autunnali che giungevano dai palmenti, l’incurvarsi tenero e misterioso del grembo materno, il profumo di spigo che irrompeva quando si preparava una culla.
Se oggi non sappiamo attendere più è perché siamo a corto di speranza.”
Venerabile + don Tonino Bello