✨🔺✨Esaminiamoci continuamente sulla gratuita del nostro amore.✨🔺✨Carlo Molari🌅⛩🌹

Ricordo mi è capitato almeno quattro volte lo scorso anno, di ricevere contatto da persone del mio passato – talvolta recente, talvolta remoto – che mi chiedevano di riprendere un rapporto, di sentirci di più, di tornare all’amicizia di un tempo.
C’è stato nel caso di ognuno un motivo iniziale che ha annacquato i rapporti (lì dove un diverso sentire che perlomeno io ho avvertito, dove in realtà un fraintendimento per cui quello che per l’altro era amicizia per me non lo era ancora o non lo era affatto, dove invece una incostanza nel contatto – che considerato il numero limitatissimo di persone di cui mi fido deve essere un tenersi per mano stabile e fermo – lì dove uno scollamento di vite o, molto semplicemente, troppo tempo, così tanto che nel frattempo sono cambiata al punto che non capisco più l’altro esattamente cosa cerchi in me.
Talvolta capita senta la pressione di emanare una luce che forse traspare pubblicamente ma che, nel privato, non ho così netta o priva di ombre, e che non intendo impormi in amicizia. Troppe cose ormai non sanno di me.
È una vita che cerco di rispondere alle aspettative degli altri e se da una parte questo mi ha spinto a migliorare costantemente, dall’altra capisco non sono più in grado perché ciò che devo lo devo in primis ai miei figli, lo devo a Ryōsuke e agli amici che mi sopportano anche nei malumori e nelle ossessioni (quando avete letto «Una nota personale» alla fine de «L’isola dei battiti del cuore» avete probabilmente intuito cosa furono quei due anni, dalla morte di mio padre, per me), lo devo a me stessa – il che comprende anche questi spazi social che curo nella maniera più estrema perché sono un luogo prezioso di affetto e riflessione.
Mi costa ogni volta ricevere queste pressioni, capisco il dispiacere, talvolta la delusione profonda; spiego che sono blindata nel tempo, che di più non riesco, ma ogni volta non c’è comprensione. Lo accetto.
Tuttavia non si può vivere per accontentare gli altri. Si può vivere però per rendere contente alcune precise persone, quelle che a rendere felici diventi automaticamente felice anche tu.
📷 Io, andando verso Teshima, l’isola dei battiti del cuore, quasi due anni fa ❤️www.lauraimaimessina.com/

🔺🌅🔺In Giappone piove, ampiamente anticipata è la stagione delle piogge 梅雨 che ingrassa le ortensie.🎋⛩🎋

In Giappone piove, ampiamente anticipata è la stagione delle piogge 梅雨 che ingrassa le ortensie. Ho insegnato tempo fa ai bambini ad affondarci dentro il naso, gli occhi, la faccia tutta.
«Immergiti tra i petali, Sōsuke! Fai come me!»
«Così?»
«Sì, com’è?»
Sōsuke quel giorno ha riso, lo ha fatto, il fratello lo ha imitato. A scuola, poche ore dopo, lo ha insegnato a un compagno che a sua volta ha riso, un altro bambino con la cartella immensa sulle spalle e quella speciale copertura giallo acceso degli ichinensei 一年生 (alunni del primo anno). Eppure, dopo aver riso di quel consiglio bizzarro, lo ha fatto anche lui.
Quest’anno è stato Emilio a ricordarlo, a restituirci memoria del gesto e lo facciamo in due, perché Sōsuke ha ansia d’essere grande e dismette in apparenza tutto quanto faceva fino a un anno fa.
Tuttavia quando siamo in due, capita ancora e sono certa di quel gruppo di bimbi molti immergano ancora il volto nelle facce grasse delle ortensie blu, rosa, violacee. Da allora guardo i cespugli e immagino una quantità sorprendente di bambini affondare in un fiore e ridere all’unisono, forte.
Capisco una volta di più quanto la qualità della nostra vita abbia tanto a che fare con la nostra capacità di raccontarla. A seconda di come la diciamo, si fa bella o brutta, comica o tragica. Il che conferma, in buona sostanza, che la verità non esiste. Non nella misura assoluta con cui ce la imponiamo, quasi fosse una medicina.
Come affermava Gabrel García Márquez, la vita non è quella che abbiamo vissuto, ma quella che ricordiamo e soprattutto il modo in cui, per raccontarla, la ricordiamo.
📷 Scatto di @xxmegmeixx che vi consiglio di seguire. Le foto con le sue bimbe sono di una bellezza struggente.

🔺cento🔺-🔺volte🔺-🔺tanto🔺

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Mc 10,28-31

https://twitter.com/paolocurtaz/status/1663450290794774529?s=21

paolocurtaz.it/2023/05/cento-volte-tanto-5/

Pietro è spiazzato dopo avere visto il giovane ricco andarsene e dopo avere ascoltato la durezza della parole del Signore che parlava della ricchezza come ostacolo. Sembra quasi schernirsi, far notare che, alla fine, lui ha lasciato quel poco che aveva. Tenero. E Gesù rilancia: non guardare a quanto hai lasciato ma a quanto stai trovando. Non mercanteggiare con Dio facendo l’elenco dei tuoi buoni propositi e delle tue sante rinunce, guarda a quanto hai guadagnato accogliendo l’annuncio. A volte anche noi entriamo in questa logica: ci sentiamo virtuosi per avere praticato delle rinunce che facciamo notare a Dio. Pensiamo, piuttosto, a quanto abbiano ricevuto: in gioia, prospettiva, speranza, autenticità, tenerezza, gioia di vivere, amicizia. Accogliendo la stordente novità del Vangelo abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere cento volte tanto. Ricordarcelo ci fa del bene.

✨🌅✨

paolocurtaz.it/commenti/vangelo-del-giorno/

La Sacra Scrittura ci parla di Davide che vuole mettere a disposizione di Dio una bella casa, un Tempio imponente. È più facile, meno intrigante, mettere a disposizione, a disposizione di Dio dei locali. Ma Dio non ci sta. Non ci sta anche perché Dio ha un’anima vagabonda. Dice a Davide: “… Sono andato vagando sotto una tenda, ho camminato ora qua ora là”. È il mio carattere. Mettere a disposizione di Dio una chiesa o mettere a disposizione il proprio grembo, se stessi? Diventa tu la tenda di Dio.Portalo tu dentro di te. Non accontentarti di costruire la chiesa di Dio, diventa tu una sua dimora.

(Don Angelo Casati)

🎋✨L’uomo che piantava gli alberi…🌅🙏🏻

🔺FESTIVAL BIBLICO 🔺Brolo del Palazzo Vescovile

Piazza Duomo, 11 Vicenza

L’uomo che piantava gli alberi

Da un racconto di Jean Giono; musiche di Schubert, Ugoletti, Valtinoni, De Marzi; testi di Giono, Caproni, D’Annunzio, Ungaretti con Coenobium Vocale, Alberto Spadarotto (baritono), Luigi Marasca (clarinetto), Davide Bonetti (fisarmonica), Francesco Grotto (pianoforte), Luciano Bertoli (attore), Maria Dal Bianco (direttore)

Si ringrazia: Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank

L’insolita, e apparentemente stravagante, vicenda del pastore Elzéard Bouffier, che si dedica tenacemente a piantar querce in una landa desolata della Francia meridionale, svela in realtà un messaggio profondo e di particolare attualità, capace di propagarsi nell’animo e nella cultura umana come le radici, i rami, le foglie e i frutti dell’albero sul terreno circostante.
La voce narrante dell’attore Luciano Bertoli condurrà il racconto di questa originale metafora della vita, intrecciandolo con la lettura del famoso romanzo di Jean Giono e le musiche di autori di tre secoli di musica.

www.festivalbiblico.it/luomo-piantava-gli-alberi/

L’uomo che piantava gli alberi è il celebre romanzo breve di Jean Giono , un inno d’amore per la natura e un’ode alla perseveranza dell’uomo …

L’uomo che piantava gli alberi

>>>> goingnatural.it/l-uomo-che-piantava-gli-alberi-edizioni-film-riassunto-scheda-didattica/

ENERGIA E VITA – (Pentecoste/A)

Gianni Marmirini

Abbiamo bisogno di continua energia e vita.

Cristo ci dona attraverso lo Spirito Santo energia e vita…

ENERGIA E VITA – (Pentecoste/A)

Abbiamo bisogno di continua energia e vita. Cristo ci dona attraverso lo Spirito Santo energia e vita.

ENERGIA, per usare Sapienza, Intelligenza, Consiglio, Forza, Scienza, Pietà, Timore di Dio, nelle cose che facciamo.

VITA, per donare a noi e ai fratelli che incontriamo ogni giorno tenerezza, amore, speranza, per ridare vita e non per giudicare e distruggere.

Qui audio di approfondimento sulle letture di oggi

LETTURE DELLA DOMENICA

VANGELO – Gv 20,19-23

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

🔺🎋🔺Fiori avvizziti (Ita – Fr – Eng – Esp)🌅🌹✨

. Fiori avvizziti

Svanita ogni ombra che per l’interanotte ha tormentato il mio cervelloe la luna che a tratti fuggiva,l’alba penetra nei miei occhi…

Fiori avvizziti (Ita – Fr – Eng – Esp)

Svanita ogni ombra che per l’intera
notte ha tormentato il mio cervello
e la luna che a tratti fuggiva,
l’alba penetra nei miei occhi
la luce grigia delle nuvole.
Scendono i ricordi come coltelli
che mi trafiggono fin le mani
abbandonate sulle lenzuola.
Fiori avvizziti
nel cespo dei giorni
spandono ancora il profumo
della vita amorosa di cui vissero
che mi nascondeva alla mia solitudine
svelandomi poi
che anche l’amore è solitudine.

🔺⛩🔺«’無視する mushi suru’ o del valore di ignorare»✨🎋✨

«La qualità del nostro tempo dipende dalla capacità di soffermarsi solo su quanto è necessario. Serve sapersi districare in quello che, mutuando dall’inglese, i giapponesi chiamano noizu ノイズ ovvero disturbo sonoro, quel basso continuo che fa da colonna sonora a ogni esistenza. Soffermarsi sui dettagli tanto a lungo, considerare tutto quello che ci accade e attribuire a ogni cosa la massima importanza, porta con sé il rischio di smarrire la capacità di orientarsi. […]

Gli ideogrammi di ignorare, del resto, significano proprio questo: mushi 無視 ovvero «assenza del guardare». Il componente a destra non è altro che il guardare miru 見る, una sorta di «occhio che cammina».

Più di sgridare o segnalare lo sbaglio, qui si preferisce insegnare tramite l’esempio, assorbire l’errore di uno contrastandolo con il comportamento giusto di tanti. In quei casi il silenzio è sufficiente e ha il pregio di non iniettare aggressività nell’ambiente sociale.

Mushi suru, ignorare, è a tutti gli effetti una virtù.»

da «WA, la via giapponese all’armonia» @vallardi_editore

🍡 CHE SIA UN BUON INIZIO DI GIORNATA!

>>> https://www.facebook.com/

📷 Il primo splendido scatto è ad opera di @chorori__n che vi consiglio di seguire per la qualità dei suoi ritratti. Gli altri sono gli interni di Wa.

Vedi:

✨🔺✨Domenica di Pentecoste 🌅28/05/23🌠

Carramba che sorpresa! |
Commento al Vangelo di Domenica
28 Maggio Si sta compiendo il giorno di Pentecoste, anche se non sembra.
Sta maturando, fiorendo, generando. Perché sempre Dio genera, come sempre un parto è doloroso. E tanto. Si compie nella Gerusalemme caotica che è diventato il nostro mondo, le nostre Chiese, la nostra vita.
Difficile crederlo, direte.
Vediamo le nostre messe svuotarsi, le nostre comunità ridotte sempre di più. Vediamo la totale assenza dei giovani, il sottile giudizio e il disprezzo di chi ci vede come dei poveracci emotivamente instabili da compatire. Vediamo i nostri preti stanchi, sfiduciati, assenti. Alcuni lasciano caricandosi anche il giudizio impietoso di coloro che, cattolici col pedigree, ti accollano pure il titolo di traditore.
Difficile crederlo guardando i giornali online, ascoltando un dibattito televisivo, lasciando che l’algoritmo di internet ci mandi notizie inquietante (sapevate che l’algoritmo privilegia i contenuti polemici?). Difficile non abituarsi alle guerre vicine e lontane, agli sbarchi dei disperati, ai colpi di Stato di paesi che non conosciamo. Difficile non spaventarsi vedendo la spesa che erode lo stipendio che a mala pena basta a pagare mutuo-gas-luce. Difficile credere in un compimento quando vedi la gente col muso, snervata, aggressiva, pronta a vomitarti addosso tutta la rabbia che cova nel cuore.
Si compie, il giorno di Pentecoste.
Perché, se siamo onesti, l’oneroso compito che ci ha affidato il Signore, quello di annunciarlo, di raccontarlo (a volte anche con le parole), è davvero troppo per noi, siamo sinceri.
E sorride il Signore. Lo sa.
No, non sono capace, non siamo capaci. Perciò ci chiede di stare tutti nello stesso luogo. Insieme.
I pochi rimasti, i cuori se non ardenti almeno accesi.
Insieme. Perché, anche se abbiamo creduto che è il vero volto di Dio, il nostro cuore è fragile e dubita.
Perché se siamo insieme siamo raggiunti. Perché il resto della strada non lo facciamo noi, ma lo Spirito.
Carramba che sorpresa!
paolocurtaz.it/2023/05/carramba-che-sorpresa-commento-al-vangelo-di-domenica-28-maggio/

🔺🎋✨«Social distance» di Akiomi Kuroda Photographer (Tōkyō)✨⛩🔺

Se una volta avevo paura di non fare abbastanza, avvertivo il tempo come spazio e costante l’angoscia di non rimpinzarlo, adesso la paura è quella contraria, di fare troppo e perdere la sensazione di tutto.
«Una cosa alla volta, una cosa sola ma fatta come dio comanda».
Non c’è un dio soltanto nella mia vita. Ma una pluralità di divinità che avverto appena esco di casa, un tempio, poco più in là un santuario, una statua dedicata ai viandanti, un bosco.
Rispondevo giorni fa alla domanda di bimbi straordinari, in una scuola italiana, e dicevo che sono velocissima a scrivere, ma solo perché faccio una cosa alla volta. È questo, per me, l’unico segreto della rapidità.
C’è più infinito in un quadratino di terriccio che in centinaia di chilometri quadrati di uno stato. Per gioco prendo sul serio un pensiero, cerco i numeri e scopro che il Giappone ha una superficie di 377973 km², un corpo che, a fronte della terraferma (che non resta per nulla ferma), 13430 km² sono fatti di acqua. Mi chiedo se serva fare la stessa cosa con un corpo umano, considerare non solo i chili e i cm2 di carne e ossa, ma anche il volume dell’aria che ha intorno, il tempo in ordine di ore e minuti che esso prende nella vita degli altri, la velocità con cui fende lo spazio.
Di questo paese quanto spazio ho occupato, visto, attraversato?
Di questo Giappone, cavalluccio marino sdraiato dal 45° parallelo a nord al 31° parallelo a sud e spezzato in 14.125 isole (censite una per una dopo un conteggio più dolce e accurato ma, per forza di cose, in costante diminuzione e aumento), di tutto questo spazio da cui prende avvio il mio corpo – unico perimetro che davvero conosco – ne ho esplorato così poco e ne ho visto davvero anche meno.
Eppure le giornate sono piene di passi, insieme a Sōsuke ed Emilio oggi abbiamo tirato sassini nel ruscello, leggeri perché non rischiassero di colpire una carpa di passaggio o anguille-mangia-uomini, abbiamo visto un mostro spuntare dalla terra (sassi intorno a un’aiuola che mi parevano una bocca di squalo) e incontrato un gattone al guinzaglio.
Un giorno talmente normale, eppure visto minuto per minuto. Poco ma bene, questo significa vivere appieno adesso.
www.lauraimaimessina.com

🌠🔺🌅Questa è la vita eterna…👣🐾

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Gv 17,1-11
paolocurtaz.it

Occhi negli occhi

21 maggio 23 – Ascensione – fra Ermes Ronchi

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono (…) Matteo 28, 16-23

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OCCHI NEGLI OCCHI

Non esiste fede vera senza dubbi. Dubbi che sono come i poveri, li avremo sempre con noi. Ma se li guardi con coraggio, da apparenti nemici diverranno difensori della tua fede.

Chi è colui che sale al cielo? Quel Dio che ha preso per sé la croce per offrirmi scintille di risurrezione, che apre crepe nei muri delle mie prigioni. Quel Dio grande esperto di evasioni.

Gesù lascia la terra con un bilancio in perdita: gli sono rimasti accanto solo pochi uomini impauriti e confusi, poche donne coraggiose e fedeli. Insieme lo hanno seguito per tre anni sulle strade di Palestina, e non hanno capito molto, ma molto lo hanno amato. Però ci sono andati tutti sul monte, là in Galilea. Tutti! Portando i frammenti d’oro della fede dentro vasi d’argilla traboccanti di dubbi: una comunità ferita che ha patito il tradimento, l’abbandono, la sorte tragica di Giuda culminata nel suicidio. 

Ma il maestro non li molla, e con uno dei suoi gesti più tipici si avvicinò e disse loro… Gesù non accetta distanze, ancora non è stanco di spiegare. Ancora non è stanco di attendermi nella mia lentezza a credere, viene più vicino, occhi negli occhi, respiro nel respiro. 

Non esiste fede vera senza dubbi. Dubbi che sono come i poveri, li avremo sempre con noi. Ma se li guardi con coraggio, da apparenti nemici diverranno difensori della tua fede, la proteggeranno dall’assalto delle risposte superficiali e delle frasi fatte.

Andate dunque. Quel “dunque” è illogico e bellissimo: dunque ogni cosa mia è anche vostra; dunque sono io quello che vive in voi e vi incalza. Dunque, andate. E fate altri discepoli, con voi. A quale scopo? Arruolare devoti, rinforzare le fila? No, ma per un contagio, un’epidemia di vita e di nascite. 

E se dicessi anch’io ogni tanto frasi illogiche, scritte secondo la sintassi stramba dell’amore? Se dicessi: questo mese ho guadagnato di più, dunque Mohamed potrà pagarsi l’affitto. Se dicessi: oggi ho del tempo libero, dunque con mia moglie staremo in poltrona a leggerci un libro? Allora capisco che il cielo di Dio si trova in quelle isole, in quelle oasi dove la gente parla la lingua sgrammaticata dell’amore.

E le ultime sue parole: sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo. Con voi, mai soli. 

Con l’Ascensione Gesù non è andato lontano, in alto o in qualche angolo remoto del cosmo, ma si è fatto più vicino. Se prima era con i discepoli, ora sarà dentro di loro. Non è andato al di là delle nubi, ma al di là delle forme: «Il Risorto avvolge le creature e le orienta a un destino di pienezza. Gli stessi fiori del campo che egli contemplò con i suoi occhi umani, ora sono pieni della sua presenza luminosa» (Laudato si’, 100).

Chi sa sentire e godere questo mistero, cammina come dentro un tabernacolo, dentro un battesimo infinito.

Con voi tutti i giorni. Senza condizioni. Nei giorni della fede e in quelli del dubbio; con voi fino alla fine del tempo, senza vincoli né clausole, come seme che si gonfia, come inizio di un’alba di guarigione.

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